Grafica d’arte
Il mio lavoro è una indagine, una continua ricerca sull’uso di grafismi di “oggetti ritrovati” e geo-localizzati, elementi di diversa natura: da quelli decomposti ed erosi dal sole, dall’acqua, dal sale o dal vento, abbandonati nel loro luogo o trasportati chissà da dove e per quanto tempo. Essi diventano forme che si astraggono nel vuoto e contemporaneamente documentano esistenza.
Grazie all’impressione, alla proiezione della loro ombra, al calco della loro impronta, questi oggetti vivono.
Lo studio è legato alla ricerca di segni e forme, di volumi che esplorano il denso, l’impalpabile, il vuoto. Spazi in uno spazio. La forma estratta non è più sé stessa, prende vita, diventa altro, una presenza, una dimensione rivelata attraverso l’assenza-essenza ed espressa tramite la ricerca del segno bianco.
Estraggo i profili graficamente interessanti da foto da me scattate e li utilizzo come forme.
I pensieri fluttuano paralleli, ma su piani differenti.
Possono essere confini geografici fra acqua e terra o fra cielo e terra, come i profili di montagne che generano spazi fusi con gli ambienti circostanti, quelli dei fiumi o dei mari con le loro maree, o ancora elementi della volta celeste che fluttuano in uno spazio/tempo limitato che definiamo visivo.
Decontestualizzo un oggetto di uso comune per astrarre la forma per amplificare il significato, evocazioni, ricordi, colori e profumi.
Le Visioni prendono forma sulla carta.
La mia opera è una pulsione che parte dalle viscere, è un brulichio che pervade il corpo e lo attraversa, che ha voglia di espandersi fluidamente per esprimersi, creando.